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1. |
Pulizie di primavera
03:53
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PULIZIE DI PRIMAVERA
Pulisco le abitudini
che sembrano cattive
e taglio le parole
che non so decifrare
Pulisco te
che sei pieno di polvere
Pulisco queste voglie
che mi portano a cadere
e cambio l’aria intorno
viziata di dolore
Pulisco te
che sei tutto disordine
E non ci si riesce
a capire più niente
Non ci si riesce
a scaldare l’ambiente
Mi ritrovo a piangere
e non so perché.
Pulisco questa testa
si perde e non risolve
e fermo la tua bocca
che macina incertezze
Pulisco me
e le ferite al margine.
Lo sai
che mi trovo adesso da sola
a contare i buchi nell’acqua
che si formano in mezzo
al mio asfalto
che salto
che evito
mentre tu
mi ripeti che non sai più niente
e non vuoi più decidere
Sento il mio cuore
che è pronto ad esplodere
Pulisco questa voce
dalle sue interferenze
e blocco questo circolo
di troppe incoerenze
Pulisco me
che non so stare immobile.
Pulisco i tuoi problemi
che mi fanno sbandare
e libero la stanza
dai pensieri sconnessi
Pulisco te
che provochi malessere.
Lo sai
che mi trovo adesso da sola
a contare i buchi nell’acqua
che si formano in mezzo
al mio asfalto
che salto
che evito
mentre tu
mi ripeti che non sai più niente
e non vuoi più decidere
Sento il mio cuore
che è pronto ad esplodere
Lo sai
che mi trovo adesso da sola
a contare i buchi nell’acqua
che si formano in mezzo
al mio asfalto
che salto
che evito
mentre tu
mi ripeti che non sai più niente
e non vuoi più decidere
Sento il mio cuore
che è pronto ad esplodere
Sento il mio cuore
che è pronto
è il momento…
Mi faccio un caffè.
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2. |
Formalità
04:05
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FORMALITÀ
Penso sempre a quello che non ho
e non riesco più a gestire il tempo
Conto a volte la distanza che ci vuole per il buio
per fermarmi e non organizzare niente
Non ho scelto io le regole
non le so o me le scordo sempre
Mi si gonfia questa vena in mezzo agli occhi
mi ricorda quanto mi concentro inutilmente
E non chiedermi che faccio
Non mi chiedere chi sono
Tieni chiusa quella bocca
e guarda solo il segno
che mi sforzo a lasciare
per non essere più complice
della giostra quotidiana delle formalità
Mi confonde questo mondo mobile
Siamo tutti degli alieni a capo chino sulla rete
E non riesco più a concludere un discorso
A intervalli regolari mi distraggo e cambio
La mia rotta è sparita
Mi ritrovo ad inventare
ogni giorno
un percorso nuovo
senza mai arrivare
a quel mondo che ho pensato
quando avevo dodici anni
quando tutto mi sembrava più possibile.
E non chiedermi che faccio
Non mi chiedere chi sono
Tieni chiusa quella bocca
e guarda solo il segno
che mi sforzo a lasciare
per non essere più complice
della giostra quotidiana delle formalità
E non chiedermi che faccio
Non mi chiedere chi sono
Sono io davanti a te
che non impari niente
ma mi sforzo a approfondire
per non essere più complice
della giostra quotidiana
delle formalità, delle formalità
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3. |
Unica (Re-edit)
04:01
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UNICA
Guardami
Non posso spiegare
Non so più parlare
Modellami
come fossi cera
Prendimi
Non so più guardare
la luce che muore
Respirami
Ricorda il mio odore
Non c'è più tempo
Mi sto perdendo
Mangiami
È lava che pulsa
È carne che brucia
Frammentami
in petali bianchi
Legami
Riportami dove i pensieri
rimangono simboli
Risparmiami il vuoto
Io non mi basto
Mi sto perdendo
Io non mi riconosco
Non c'è più tempo
dove si va
Io non mi basto
come si fa
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4. |
Shir
02:34
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SHIR
Resti
di coriandoli appassiti
Mucchi
di rottami sotterrati
Sono qui distesa a respirare ancora un po’
non badando all’eco del silenzio
Sogni
in sostanza trasparenti
Frasi
già macchiate di distanze
Sono qui appesa ad osservare ancora un po’
dondola la corda del silenzio
Occhi
così a lungo immaginati
Specchi
di minuti già vissuti
Sono qui seduta ad ascoltare ancora un po’
quello che è nascosto nel silenzio
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5. |
Tutto quello che non c'è
03:31
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TUTTO QUELLO CHE NON C’E’
Appese
le mie intenzioni
guardo tra le nuvole
Non trovo
figure chiare
Mangio l’aria immobile
Mi sento
lontana
Non riconosco niente
Socchiuse
le percezioni
perdo le parole
che dici
Mi sento vuota
lasciami osservare
Reticoli
di storie
Non riconosco niente
Non sto cercando niente
Mi confondo
tra le pareti
in mezzo a questa stanza
Non voglio
più rimandare
lasciami scappare
Con te
ho visto un sogno
farsi cenere
Malsane
le congetture
vivo questo giorno
concreto
e tocco quasi il fumo
di questi anni
passati
a vivere
lontani
mancando
più di una volta
di serenità
Mi confondo
tra le pareti
in mezzo a questa stanza
Non voglio
più rimandare
lasciami scappare
Con te
ho visto un sogno
farsi cenere
Con te
ho ricalcato
sbagli che si nutrono
di pelle
Mi confondo
tra le persone
in mezzo a questa strada
Non voglio
più rimediare
lasciami sparire
Con te
ho visto un sogno
farsi cenere
Con me
ho ricordato
quanto il tempo cura
tutto quello che non c’è
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6. |
Controvento
04:42
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CONTROVENTO
Ho fatto un sogno che quantifica
il mio errore
mi ha liberato
dai fantasmi che covavo dentro
e non c’è niente da giurare
Non c’è più niente da nascondere
Non c’è più male
Non c’è ragione che mi spinga
a rinnegare
questa mia vena
che mi porta a correre col tempo
ma ci son state troppe volte
che ho accusato il colpo
Adesso sono pronta
ad aggiustare tutto
[controvento]
E non c’è niente da giurare
Non c’è più niente da nascondere
Ci ho messo un poco per disfarmi
di ciò che hai lasciato
in questo campo dove abbiamo perso
Adesso
svanirà
la polvere
Nascerà
qualcosa che
mi porti a crescere
mi porti luce dentro
Suonerà
la musica
che dal niente mi ricorderà
di ripensare
soltanto
a quello che mi fa sorridere.
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7. |
Mondi sommersi
04:38
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MONDI SOMMERSI
Mondi sommersi
riemergono
come salvati
dal tempo
Guardano rapidi
si perdono
nella foschìa
della realtà
e si sorprendono
della diversità
dell’universo
ricostruito
da chi ha sancito
come una regola
che non esiste la poesia
che tutto viene e poi va via
Mondi sommersi
esplodono
nell’alchimia
della novità
Schiavi di buio
si schiantano
come satelliti
di amianto
E ti sconvolgono
con queste nuvole
che adesso coprono la via
mentre cercavi la magia
E ti accompagnano
nel ricordare
che non c’è scampo
dal tuo riflesso
E ti convincono
non c’è più tempo
per sistemare
per rinforzare
Non c’è più spazio
per l’abitudine
che tu chiamavi autonomia
ma ti legava alla tua idea
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Ipologica Rome, Italy
Ipologica is an electronic music artist collective born in Rome in 2006.
The choice of the
name (from greek ὑπό = minor, λογική = logic) is an invite to think less and do more: it doesn’t mean lack of reasoning or meaning, it’s an expression of a motivation to go beyond genres and categories with passion and curiosity.
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